4 agosto 2019

Giorno dopo giorno l'alba e il tramonto si avvicinano e, pur perdurando un caldo notevole, al mattino qualche ora di fresco la si può godere.
Ma si deve lasciare presto il letto ed uscire senza indugio.
Era nei miei progetti oggi ma con tutta la buona volontà sono riuscito a mettere le chiappe in sella soltanto alle 8.

Qualche chilometro in via Emilia verso Ozzano, poi a destra verso Palesio e dopo un chilometro attacco la salita che mi porta a Montecalderaro.
Strada in condizioni pessime, meglio quando era sterrata ai tempi della Dyane (1971/73), poi fu asfaltata e da allora credo abbiano fatto ben poco.
Nessun problema con la CBX, incassa ben di peggio senza prendersela mai.

Superato il borgo, dove un tempo si mangiava al fresco nelle serate d'estate (la trattoria ha chiuso anni fa come un po' dappertutto in zona, ciò che resta ha ben poco di bolognese, piuttosto di africano o pakistano o simili, meglio portarsi un panino), la strada scende in un susseguirsi di curve e viste magnifiche sui monti all'intorno.

Trovo la Fondovalle Idice (SP 7) a Casella, giro verso Ca' di Bazzone e appena superato l'abitato prendo a destra verso il Monte delle Formiche (Via Coltermine, poi Via del Monte), dove mi fermo ad ammirare la chiesa di Santa Maria di Zena appena liberata dalle impalcature in vista della Festa del Monte, a inizio settembre, quando nuvole di formiche alate verranno a morire dopo l'accoppiamento (a noi ci va meglio dei formichi, per fortuna).


Riprendo la strada di casa scendendo in Val di Zena costeggiando la parte bassa del mio castagneto, La Badia.
Lungo il Torrente Zena la vegetazione rigogliosa e le pareti delle montagne ai due lati concorrono a mantenere una temperatura sempre gradevole, verso le 10 quando ero in strada, complice il traforato, era una temperatura primaverile.
Ciclisti a iosa, per lo più in direzione opposta, questa strada è un classico per i ciclisti della zona.